Agente immobiliare e mediatore creditizio: compatibilità ripristinata

Pubblicata il 08/08/2022da Redazione

Presso la Camera dei Deputati è stato approvato il testo che ripristina la compatibilità di agenti immobiliari e mediatori creditizi.

Ma cosa comporta questo per queste due figure professionali? Scopriamolo insieme.

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Gli effetti dell’emendamento

L’emendamento approvato prevede l’eliminazione dell'incompatibilità tra l’attività di mediazione immobiliare e quella creditizia.

Con questo provvedimento diventa nuovamente possibile svolgere l’attività di agente immobiliare e di collaboratore delle società di mediazione creditizia.

L’approvazione è stata a larghissima maggioranza e mostra l'utilità dell’emendamento per agevolare l’acquisto di una casa e l’accesso al relativo mutuo.

L’esercizio dell’attività di agente immobiliare e quella di mediazione creditizia rimangono assoggettati alla relativa disciplina di settore e ai relativi controlli.

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Le reazioni a favore

La norma di ripristino della compatibilità è stata supportata dalla FIAIP (Federazione Italiana Agenti Immobiliari Professionali).

Secondo l’associazione di categoria, il rischio di non approvare questa norma sarebbe stato quello di ricevere una sanzione da parte dell’Unione Europea per i limiti imposti all’attività di agente immobiliare.

L’agente immobiliare ha la possibilità di accompagnare in modo completo l’acquirente dal momento del sopralluogo fino a quello della stipula del mutuo. Un caso lampante è la proposta di acquisto subordinata all’ottenimento del mutuo che permette quindi al cliente di avere un riferimento finanziario durante tutto il processo.

Le reazioni contrarie all’emendamento

Le principali reazioni contrarie sono sorte dalla Fimaa (Federazione Italiana Mediatori Agenti d’Affari) la quale prevede che i grandi gruppi di intermediazione siano avvantaggiati da questo emendamento.

Il rischio sarebbe quello di concentrare le attività di mediazione immobiliare, creditizia, assicurativa e finanziaria nelle mani di questi gruppi a svantaggio delle piccole imprese.

Secondo la Fimaa, il consumatore potrebbe essere inoltre svantaggiato da questa norma e potrebbe trovarsi davanti degli interlocutori orientati solo a massimizzare il profitto senza avere a cuore l’interesse del consumatore stesso.

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