Differenza tra Cambio Residenza e Cambio Domicilio

Aggiornata il 23/06/2025da Redazione
Differenza tra Cambio Residenza e Cambio Domicilio
Residenza e domicilio sembrano due sinonimi nonostante non lo siano. Scopriamo cosa sono e cosa cambia tra l’uno e l’altro.
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Domicilio fiscale e residenza: cosa sono e che cambia

Quando si parla di domicilio fiscale e residenza, spesso si tende a confonderli o considerarli sinonimi. In realtà, si tratta di concetti giuridici distinti, ognuno con implicazioni specifiche, soprattutto in ambito fiscale, amministrativo e anagrafico.

Il domicilio fiscale è il luogo in cui una persona ha il centro dei suoi interessi economici e fiscali. Per i lavoratori dipendenti, ad esempio, spesso coincide con il luogo in cui lavora; per i liberi professionisti può corrispondere allo studio o sede dell’attività.

La residenza, invece, è il luogo in cui una persona dimora abitualmente, ossia dove vive la maggior parte del tempo. È registrata presso l’anagrafe del Comune e viene utilizzata dallo Stato per comunicazioni ufficiali, iscrizione ai servizi sanitari, scuola, e altri servizi pubblici.

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Definizione di domicilio secondo il codice civile

Secondo l’articolo 43 del Codice Civile, il domicilio è “il luogo in cui la persona ha stabilito la sede principale dei suoi affari e interessi”. Non è necessariamente legato a un’abitazione, ma piuttosto al centro degli interessi personali e/o lavorativi. Per questo motivo, una persona può avere domicilio in un luogo diverso dalla residenza.

Il domicilio ha rilevanza legale in molte situazioni, ad esempio nella determinazione della competenza territoriale nei processi civili, o per ricevere atti legali e fiscali.

La definizione di residenza

Sempre secondo l’art. 43 del Codice Civile, la residenza è “nel luogo in cui la persona ha la dimora abituale”. In pratica, è il luogo in cui si vive stabilmente. È importante perché determina, tra le altre cose, il Comune di riferimento per il pagamento delle imposte locali (IMU, TARI), per l’iscrizione al medico di base e per accedere ad agevolazioni e servizi territoriali.

Il cambio di residenza va comunicato all’anagrafe comunale, che provvede ad aggiornare i dati nei registri ufficiali e a trasmettere le informazioni ad altri enti pubblici, come l’Agenzia delle Entrate.

Domicilio e residenza: quando corrispondono?

Domicilio e residenza possono coincidere, ma non è obbligatorio che lo facciano. In molti casi, infatti, la residenza e il domicilio sono lo stesso luogo – ad esempio, quando una persona vive e lavora nella stessa città. Tuttavia, possono anche essere diversi: è il caso di studenti fuori sede, lavoratori trasferiti temporaneamente o liberi professionisti che hanno lo studio in una città diversa da quella in cui abitano.

Avere residenza e domicilio diversi non è un problema, ma può richiedere maggiore attenzione per quanto riguarda notifiche, imposte e obblighi amministrativi.

Cosa significa cambiare residenza e domicilio?

Cambiare residenza significa comunicare all’anagrafe del Comune che si vive stabilmente in un nuovo indirizzo. Il cambio di residenza comporta aggiornamenti automatici su documenti come carta d’identità, tessera elettorale, patente e libretto di circolazione (entro 180 giorni).

Il cambio di domicilio, invece, non ha un iter amministrativo obbligatorio, a meno che non serva per scopi legali o fiscali. In quel caso, va dichiarato all’Agenzia delle Entrate o a chi di competenza. È utile in contesti professionali o giudiziari.

Cosa succede al Domicilio quando si cambia Residenza?

Il cambio di residenza non comporta automaticamente un cambio di domicilio, proprio perché i due luoghi possono essere diversi. Se il nuovo indirizzo è anche sede principale degli affari o interessi personali, allora anche il domicilio cambia. Ma se, ad esempio, una persona cambia casa ma continua a gestire un’attività altrove, il domicilio resta dove si trova la sede dell’attività.

Che differenza c’è tra residenza anagrafica e domicilio fiscale?

La residenza anagrafica è quella registrata nei registri del Comune, ovvero dove una persona abita abitualmente.

Il domicilio fiscale, invece, è il riferimento usato dall’Agenzia delle Entrate per determinare dove applicare le imposte. Può coincidere con la residenza, ma anche con il luogo in cui si svolge un’attività professionale.

Esempio pratico

Immaginiamo Giulia, che vive a Bologna (residenza), ma lavora come consulente a Milano, dove ha uno studio (domicilio). In questo caso:

  • La sua residenza anagrafica è a Bologna.

  • Il domicilio è a Milano.

  • Il suo domicilio fiscale (luogo dove paga le imposte) potrebbe coincidere con Milano se è lì che svolge l’attività professionale.

Se Giulia decide di trasferirsi a Milano e vivere lì stabilmente, allora dovrà fare cambio di residenza. Se invece cambia solo ufficio, potrebbe dover aggiornare solo il domicilio fiscale, non la residenza.

Domande frequenti (FAQ)

Come cambiare residenza senza abitare?

Tecnicamente, non è possibile dichiarare una residenza in un luogo in cui non si dimora abitualmente. La residenza deve corrispondere al luogo in cui si vive stabilmente. Dichiarare una residenza fittizia è un illecito amministrativo e può comportare sanzioni.

Quando il domicilio è diverso dalla residenza?

Il domicilio è diverso dalla residenza quando una persona vive abitualmente in un luogo (residenza) ma ha i suoi interessi o affari principali in un altro (domicilio). È frequente nel caso di lavoratori pendolari, studenti fuori sede o professionisti con uffici in città diverse da quella in cui vivono.

Come cambiare domicilio ma non residenza?

Il domicilio non ha un iter amministrativo obbligatorio per essere cambiato. Se necessario per motivi legali o fiscali, va comunicato agli enti competenti (come l’Agenzia delle Entrate o un giudice), tramite apposita dichiarazione. La residenza resta invariata finché non si comunica un cambio all’anagrafe.

Chi ha il domicilio paga l'IMU?

L’IMU è legata allaresidenza anagrafica, non al domicilio. Si paga sull’immobile dove non si ha la residenza (quindi le seconde case, gli immobili dati in affitto, ecc.). Chi ha solo il domicilio in un immobile ma non la residenza, potrebbe dover pagare l’IMU se l’immobile non è considerato abitazione principale (scopri di più sull’imu prima casa).

Quale documento attesta il domicilio?

Il domicilio non viene automaticamente registrato come la residenza. Tuttavia, può essere autocertificato tramite una dichiarazione sostitutiva di atto notorio. In alcuni casi specifici (processi, contratti, ecc.), il domicilio può essere indicato in forma scritta e avere validità legale.

Quali documenti servono per il cambio di domicilio?

Non essendo obbligatorio dichiarare il cambio di domicilio, non è previsto un iter con documentazione standard. Se però si desidera registrare il domicilio ai fini fiscali o legali, si può presentare una dichiarazione all’ente competente (Agenzia delle Entrate, giudice, datore di lavoro, ecc.).

Quali sono i rischi se non si cambia residenza?

Non aggiornare la residenza può avere conseguenze significative:

  • Mancato ricevimento di atti ufficiali o multe
  • Errori nel pagamento di imposte locali
  • Problemi con l’assistenza sanitaria
  • Difficoltà nell’iscrizione scolastica dei figli
  • Invalidità di contratti o dichiarazioni in caso di controlli

Inoltre, fornire dichiarazioni false sulla residenza può comportare sanzioni amministrative o penali.

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