Cedolare secca: cosa cambia nel 2020?

Pubblicata il 20/02/2020da Redazione

Sono state annunciate alcune interessanti novità per il 2020 riguardanti la cedolare secca, ovvero il regime facoltativo che, secondo la definizione fornita dall’Agenzia delle Entrate, si realizza con il pagamento di un’imposta sostitutiva dell’Irpef e delle addizionali per la parte derivante dal reddito di un immobile.

La cedolare secca per il 2020 vede alcuni cambiamenti e alcune conferme, che vi raccontiamo qui di seguito.

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Cedolare secca 2020 per gli immobili commerciali

Gli **immobili commerciali non avranno cedolare secca **nel 2020. Secondo quanto dichiarato dal viceministro dell’Economia Antonio Misiani, una riforma del tema non è al momento prioritaria e se ne riparlerà forse nel 2021.

Attualmente la cedolare secca per gli immobili commerciali è possibile unicamente per coloro che hanno preso in locazione un negozio (in categoria catastale c/1) entro il 31 dicembre 2019.

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Cedolare secca 2020 nei comuni calamitati

Una novità interessante rispetto alla cedolare secca, introdotta con un emendamento al decreto Milleproroghe, riguarda i comuni colpiti da calamità naturali. Confedilizia, che da tempo si batte per ottenere dei cambiamenti in questo ambito, ha fatto sapere che i comuni calamitati potranno godere di un’estensione della cedolare secca del 10% sugli affitti abitativi a canone concordato (però con una limitazione per l’anno attualmente in corso).

Cedolare secca 2020 per affitti a canone concordato

Per quel che riguarda le locazioni residenziali a canone calmierato, la cedolare secca al 10% è stata confermata senza scadenze.

A essere interessato da questo tipo di imposta sono i contratti siglati nei comuni ad alta tensione abitativa (a cui si aggiungono quelli specificamente indicati nella delibera del Cipe) secondo le intese locali che intercorrono tra le sigle della proprietà edilizia e i sindacati degli inquilini - ovvero i classici contratti 3+2.

Cedolare secca 2020 per affitti brevi

Gli affitti brevi sono una forma di investimento immobiliare che continua a crescere in Italia e se si ha un immobile a reddito utilizzato a questo scopo è possibile applicare una cedolare secca al 21%.

È bene precisare che su questo fronte è però ancora attualmente aperto un contenzioso sulla ritenuta che non viene applicata dai portali online utilizzati per gestire le locazioni abitative di durata non superiore a 30 giorni, tema che il Consiglio di Stato ha sottoposto a ottobre alla Corte di giustizia europea, che ancora si deve pronunciare in merito. Nel frattempo, secondo quanto in vigore, “i locatori che si vedono accreditare il canone senza ritenuta non rischiano sanzioni, ma hanno l’onere di pagare normalmente le imposte”.

Cedolare secca 2020 per gli affitti abitativi

I normali affitti abitativi non vedono modifiche e la cedolare secca al 21% sui contratti a canone di mercato rimane in vigore senza variazioni.

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