Stop a Imu e Tasi: nel 2020 le tasse sulla casa vengono accorpate in un’imposta unica

Pubblicata il 08/11/2019da Redazione
Imu e Tasi, le due tasse sulla casa attualmente in vigore, saranno probabilmente cancellate dalla nuova Legge di Bilancio. La Manovra 2020, infatti, propone una nuova imposta che unificherà le due precedentemente in vigore, con un intento di semplificazione, poiché stando alla bozza non verranno introdotte altre tasse sugli immobili, e di** non aumentare il carico fiscale** già presente sul mattone.
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Che cosa cambia nelle tasse sulla casa?

Con l’accorpamento di queste due tasse, i cambiamenti delle imposte dovute sulla casa saranno principalmente due:

  • l’aliquota base dovuta aumenterà dal 7,6 all’8,6 per mille. In questo senso, i sindaci avranno uno “spazio di manovra” per richiedere fino a un massimo del 10,6 per mille, mentre nel caso i comuni avessero già portato il peso delle vecchie tasse sulla casa al massimo, l’imposizione potrà essere alzata fino all’11,4 per mille (ma solamente per il prossimo anno);

  • i sindaci avranno la possibilità di azzerare del tutto l’imposta, ad esempio per le abitazioni di pregio, che attualmente pagano l’Imu anche quando si tratta di prime case e per le quali la nuova tassazione passerebbe dal 4 al 5 per mille;

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La proposta non è definitiva

È importante tenere a mente che, per quanto le informazioni fornite siano state ricavate da una versione ufficiale diffusa dal Governo, questo provvedimento non è ancora legge, ma solamente di una bozza, per cui tutto il contenuto può ancora essere soggetto a cambiamenti. Nei prossimi giorni la Legge di Bilancio per il 2020 verrà discussa in modo più approfondito in parlamento e anche questo provvedimento potrà quindi subire emendamenti e modifiche da parte delle forze politiche di maggioranza e opposizione.

Cosa viene mantenuto uguale nella nuova tassa?

Alcuni aspetti delle attuali tasse dovute sul mattone verranno mantenute:

  • si conferma l’esenzione totale per la prima casa;

  • si pagherà con le stesse tempistiche previste in precedenza, ovvero in due rate (la prima il **16 giugno **e la seconda il 16 dicembre), a eccezione del 2020, quando come prima rata si dovrà versare la metà di quanto pagato nel 2019, così da permettere ai comuni di deliberare i propri ordinamenti specifici in base alle nuove regole;

  • le esenzioni attualmente previste rimarranno, ad esempio quelle previste per la casa familiare che rimane al genitore affidatario dei figli in caso di separazione;

  • si conferma lo sconto del 25% per chi affitta una seconda o terza casa a canone concordato. A questo proposito, la manovra ha stabilizzato l’aliquota della cedolare secca al 10%.

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