Ritirato l’emendamento sulla tassazione degli affitti brevi 2020

Pubblicata il 16/10/2020da Redazione

È stata modificata la nuova legge sugli affitti brevi, con un importante cambiamento rispetto alla precedente formulazione.

Nella nuova versione, infatti, è stato annullato il controverso emendamento per cui il proprietario che aveva più di tre appartamenti in affitto breve veniva assimilato a un operatore professionale, non potendo quindi usufruire della cedolare secca.

Una modifica significativa, quindi, che agevola chi vuole comprare casa per fare un investimento nel mercato degli affitti brevi. Vediamola nel dettaglio.

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Cosa dice l'emendamento?

In linea generale, chi affitta un appartamento di proprietà può accedere alla tassazione agevolata (tramite cedolare secca al 21%), la stessa forma di aliquota che si applica anche nel caso in cui si abbiano uno o più appartamenti in regime di affitto breve.

La precedente formulazione dell’emendamento sul tema, che doveva approdare in Senato lo scorso 5 ottobre, prevedeva tuttavia che questa aliquota non dovesse essere applicata nel caso in cui si affittassero più di tre immobili, in quanto una simile attività poteva essere assimilabile a quella di una vera e propria impresa. Questa visione degli affittuari come imprenditori, però, obbligava di conseguenza a dover sottostare ad adempimenti fiscali più gravosi, oltre alla necessità di aprire partita Iva.

Con la bocciatura di questo emendamento, quindi, chi affitta immobili a breve termine potrà continuare a farlo beneficiando della tassazione agevolata, a prescindere dal numero di proprietà.

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La posizione delle associazioni di categoria

Questa disposizione, contenuta nel decreto agosto, è stata ritirata in quanto considerata troppo severa, specialmente in un momento di difficoltà economica come quello che sta affrontando il nostro paese. Il mercato degli affitti brevi dopo il coronavirus ha già dovuto subire degli importanti colpi a causa della diminuzione del flusso turistico (sia italiano che straniero) e l’approvazione di una simile proposta non è stata giudicata consona.

Le associazioni di categoria hanno accolto questa decisione come la possibilità per riaprire il discorso sul tema, cogliendo l’occasione per una migliore meditazione della relazione fra locazioni brevi e attività imprenditoriali. La posizione delle associazioni, infatti, è quella che vede la locazione come forma imprenditoriale solo nel momenti in cui si ha anche una contestuale fornitura di servizi (ad esempio pasti, auto a noleggio, ecc..), oltre a una forma di organizzazione strutturata, con ad esempio l’utilizzo di uffici, personale dipendente, mezzi e risorse umane in genere.

Inoltre, visto il particolare momento per il settore, gli addetti ai lavori non considerano questa tematica di particolare urgenza, quanto piuttosto si spera in maggiori contributi per chi è rimasto senza reddito a causa della mancanza di turisti.

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