La registrazione di un contratto di locazione prevede il pagamento di un tributo. L'imposta di registro è la tassa che è necessaria pagare per registrare un contratto presso l’Agenzia delle Entrate.
Vediamo chi deve sostenere il costo per il pagamento dell’imposta.
Imposta di registro contratto di locazione: chi la paga?
Che cos'è l'imposta di registro per contratto di locazione?
Come accennato in precedenza il contratto di locazione, se debitamente registrato, prevede il sostenimento di una tassa di registrazione dell’affitto. L’imposta di registro è necessaria per fornire un’entrata fiscale allo Stato e remunerarlo per il servizio che offre ai privati di conservazione degli atti.
L’imposta di registro per la locazione deve essere sostenuta per contratti verbali di affitto di beni immobili esistenti. Le operazioni incluse sono le cessioni, le risoluzioni e le proroghe al contratto
Chi deve pagare l'imposta di registro affitto?
Per un contratto di affitto non autenticato la registrazione spetta al proprietario dell’abitazione che deve farlo entro 30 giorni dal momento della stipula del contratto.
Nei 60 giorni successivi deve comunicare al conduttore di aver fatto la registrazione e anche all’amministratore di condominio. Nel caso in cui non sia fornita comunicazione, il contratto di locazione dell’affitto sarà considerato nullo.
Il locatore e il locatario sono responsabili in solido per il pagamento dell’imposta e l’Agenzia delle Entrate può rivalersi su entrambi se non viene effettuato il versamento.
Termini: entro quando si paga e quanto
Le sanzioni previste in caso di mancato pagamento o tardivo per l’imposta di registro per l’affitto sono:
- dal 120% al 240% dell’imposta da sostenere in caso di mancato pagamento;
- se il ritardo non è superiore ai 30 giorni dal 60% al 120% dell'imposta.
Il ravvedimento per tardivo versamento è lo strumento necessario a consentire una riduzione della sanzione per il mancato pagamento nel caso si versi l'imposta entro un anno.
L’imposta di registro non è sempre fissa per tutte le tipologie di immobili. Per i fabbricati ad uso abitativo l’imposta di registro è pari al 2% del canone annuale di affitto.
Per i contratti a canone concordato l’imposta sarà sempre al 2%, ma il calcolo sarà fatto sul 70% dell’importo del canone annuo. La locazione degli immobili ad uso abitativo per le categorie catastali rimanenti è sempre pari al 2%.
Per gli immobili strumentali il proprietario dell’abitazione sarà un soggetto passivo iva e l’imposta di registro sarà pari all’1%. Le categorie catastali che appartengono agli immobili strumentali sono:
- A/10 uffici e studi;
- C/1 negozi e botteghe;
- B/8 magazzini sotterranei per depositi e derrate.
Per i fondi rustici l’imposta di registro è pari allo 0,50% del canone di locazione annuo.
L’ultima casistica riguarda i contratti di locazione pluriennali. L’imposta di registro sarà sempre pari al 2% del canone annuo e sarà da versare entro 30 giorni prima della scadenza annuale. È possibile per i proprietari di un’abitazione effettuare il pagamento in un’unica soluzione per tutte le annualità successive e lo sconto sarà pari alla metà del tasso di interesse legale (0,50%) moltiplicato per il numero delle annualità.
Nel caso di cessioni, risoluzioni o proroga di locazioni l’imposta di registro fissa sarà pari a 67 euro. Sarà necessario versare l’imposta entro 30 giorni dalla stipula del contratto ed entro 20 giorni andrà presentato il pagamento all’ufficio territoriale.
Le ulteriori spese di registrazione dell’affitto prevedono il pagamento dell’imposta di bollo che è pari a 16 euro ogni 4 facciate o comunque ogni 100 righe.