Mutuo cointestato e separazione: chi paga le rate?

Aggiornata il 05/08/2021da Redazione

Un mutuo tende ad essere stipulato comunemente da una coppia che decide di andare a vivere insieme. Durante il decorso del mutuo, essendo solitamente superiore a 10 anni la durata, può avvenire una separazione o un divorzio della coppia che lo aveva stipulato.

In caso di separazione chi paga il mutuo? Dal mutuo cointestato come si può uscirne?

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Mutuo cointestato che cos'é?

Un mutuo cointestato prevede la sottoscrizione di un finanziamento da parte di più persone. Viene concesso da parte di un istituto bancario un mutuo a più debitori.

Solitamente la banca tende a richiedere altri garanti oltre alla singola persona che stipula il mutuo per avere maggiori garanzie di pagamento.

La cointestazione del mutuo è un’obbligazione solidale e in caso di mancato pagamento l'istituto bancario può rivalersi su entrambi i cointestatari del mutuo. Se uno dei due cointestatari non paga la propria parte di debito, l’altro soggetto dovrà effettuare il pagamento e rivalersi sul cointestatario moroso.

Un mutuo cointestato è tendenzialmente richiesto da coppie, ma non vi sono vincoli su chi lo possa richiedere.

La domanda del mutuo cointestato prevede gli stessi passaggi del mutuo comune salvo l’obbligo di consegnare la documentazione personale relativa ai cointestatari.

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Differenza tra separazione e divorzio

Il coniuge separato legalmente o giudizialmente è da considerarsi un familiare dell’altro.

Il divorzio sarà dato invece tramite sentenza del giudice che affermerà che i soggetti non sono più familiari e ha carattere permanente.

In caso di divorzio e separazione i diritti e i doveri coniugali saranno differenti in base al tipo di operazioni (mantenimento, successione etc..).

Mutuo cointestato e separazione: chi paga?

Nel caso in cui una coppia di coniugi decida di separarsi, gli effetti della separazione riguarderanno solamente loro due. I rapporti stabiliti con altri soggetti terzi rimarranno attivi.

Il mutuo è un contratto verso terzi e la decisione su chi deve pagare può spettare al giudice in alcuni casi.

In presenza di figli infatti il giudice tende a conservare l’immobile per permettere ai figli e alla madre di vivere presso l’abitazione. Il marito che uscisse di casa dovrebbe sostenere delle spese di locazione per una nuova abitazione e potrebbe desiderare di voler uscire dal contratto di mutuo per le troppe spese da sostenere.

Come svincolarsi da un mutuo cointestato?

Un coniuge, desiderando di svincolarsi dal contratto di mutuo, può farlo. L’obbligo che rimane è quello di versare un assegno di mantenimento e parte della rata del mutuo sarà portata in detrazione dell’assegno mensile di mantenimento. L’assegno di mantenimento viene versato dal coniuge col maggiore reddito a quello con il volume inferiore per permettergli di mantenere lo stesso tenore di vita.

Questa tipologia di operazione può essere definita come accollo interno. La banca non è vincolata a tale accordo e può rivalersi su entrambi i coniugi. Il coniuge potrebbe decidere di esercitare il recesso, ma questo potrebbe non essere accolto dall'istituto bancario per esigenze di garanzia.

Mutuo cointestato e accollo esterno: cosa succede

Con l’accollo esterno uno dei due coniugi acquista dall’altro la quota di proprietà dell’immobile e si accolla la parte di mutuo rimanente.

La banca deciderà di accettare l’accollo esterno se riterrà sufficienti le garanzie fornite da un soggetto. L’acquirente delle quote insieme all'istituto bancario potranno decidere di modificare il piano di ammortamento del mutuo con durata e rate differenti stimolando quindi un nuovo mutuo.

Il mutuatario potrà decidere nel caso di procedere con la rinegoziazione o la surroga del mutuo e trasferire il contratto presso un’altra banca. La surroga conviene solo quando il mutuo sia stato stipulato da poco perché le rate iniziali hanno quote di interesse maggiore rispetto a quelle finali.

La parte di mutuo pagata dall’altro coniuge dovrà essere restituita tramite accordo fra le parti o tramite sentenza del giudice in base alle somme effettivamente pagate e al tempo di godimento del bene.

Accollo del mutuo cointestato o vendita della casa: cosa conviene?

Non esiste una soluzione migliore tra l'accollo del mutuo o la vendita della casa, ma dipende dalla situazione.

In assenza di figli l’opzione più conveniente potrebbe essere la vendita dell’abitazione (se il mutuo è stato contratto da poco) poiché l’abitazione potrebbe avere spazi eccessivi rispetto alle reali necessità.

Il rischio di vendere presto è quella di perdere una parte di interessi, ma riuscire comunque a recuperare la maggior parte del debito contratto col mutuo. La scelta di vendere potrebbe essere data anche dagli eccessivi costi di manutenzione.

Per mutui accesi da molto tempo, per cui è stata pagata una quota elevata di interessi, la scelta migliore potrebbe essere quella di concludere il mutuo o procedere con l’estinzione del mutuo anticipata. Se si decidesse di fare l’accollo del mutuo sarà necessario pagare all’altro coniuge quanto versato da lui fino a quel momento.

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